lunedì 20 giugno 2011

RITORNI

Lunedì 21 giugno 2011


Se è vero (ed è vero) quello che abbiamo detto all'inizio di questa avventura, e cioè che i viaggi iniziano molto prima della partenza, allora è altrettanto vero che non si esauriscono con il (sempre provvisorio) ritorno.
Comunque, oggi siamo arrivati a casa. Le nostre valigie sono state aperte e svuotate, e cominciamo a renderci conto di quante cose abbiamo portato con noi.
Le prossime settimane ci serviranno per fare ordine tra i ricordi, e per continuare a viaggiare con loro e attraverso di loro.


Adesso, però, voglio prendermi la libertà di fare un uso personale di questo blog, che ho gestito in questi giorni ed ho contribuito a costruire assieme ai miei compagni di viaggio, per ringraziarli per il contributo che ognuno di loro ha dato alla riuscita di questa esperienza. 


Inizio dai ragazzi, che cito in rigoroso ordine alfabetico: Agnese, Andrea, Martina e Vanessa sono stati, fuor di ogni retorica e di ogni luogo comune sui "giovani d'oggi", veramente eccezionali. Sempre interessati e disponibili, pronti a farsi emozionare, ma anche a mettersi in gioco giorno dopo giorno in nome di un obiettivo che hanno condiviso con grande senso di responsabilità. Distesi e sorridenti, nonostante qualche passeggero mal di pancia (non metaforico...), non si sono mai sottratti all'impegno, consapevoli della differenza che c'è tra una vacanza ed un viaggio. Quindi innanzitutto è grazie a loro se i nostri amici mozambicani conserveranno un ricordo positivo di noi italiani. 


E poi un grazie va a Maria Teresa, il nostro folletto con la telecamera, miscela esplosiva di professionalità e follia, come si addice ad una vera documentarista. E' stata capace di essere completamente dentro al gruppo, per qualcuno collega, per qualcun altro sorella maggiore, ma anche di uscirne, se necessario, per osservarci dall'esterno, con occhio attento e discreto. Il suo lavoro è appena iniziato, ma le premesse sono ottime, e tutti i nostri migliori auspici l'accompagneranno nella difficile opera del montaggio.


Infine Samanta, energia pura, senza la quale questo viaggio semplicemente non sarebbe stato possibile. Chi, come lei, ha deciso che il viaggio è una dimensione costante della vita, sa perfettamente che è necessario creare le condizioni perché tutto funzioni, ma contemporaneamente non togliere al viaggio nulla della sua naturale indeterminatezza. Prevedere il più possibile, ma saper anche accogliere l'imprevisto e farne una risorsa, perché sai che ti porterà molto più lontano di dove avevi pensato di arrivare. E per queste sue doti, oltre che per la sua simpatia e per un'amicizia che mi auguro si consoliderà nel tempo, che le dico grazie di cuore. 


Concludo citando la poesia che il nostro amico studente-attore-poeta Venancio (in arte Guilherme Roda) ha scritto per salutarci prima della nostra partenza, e che io, da dilettante, ho tradotto in italiano: mi sembra una degna, quanto provvisoria, conclusione per questa prima parte del nostro "Viaggio a Maputo".  


Eternità

Che l'uomo non sia degno dell'eternità
può essere vero
Ma esistono cose nella vita tanto meravigliose
che non dovrebbero finire
L'amicizia vera
che attraversa le frontiere
L'amore che si esprime
non in lingue imprigionate in bocca
ma in gesti che parlano ogni idioma
gesti che guariscono ogni dolore
gesti belli come lo sbocciare di un fiore
Senza dubbio la nostra amicizia
infrangerà le leggi della vita
e a passi di unione
raggiungerà
l'eternità

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"RITORNI", ma in realtà è un inizio, perché la ricchezza che vi portate dentro da questa esperienza non vi lascerà mai. Leggendo la poesia mi sono un po' commossa... ben tornati, vi abbraccio e spero di potervi vedere presto
Renata

viagra ha detto...

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